Avere Fede
- Donatella Doria

- 5 ott 2022
- Tempo di lettura: 4 min
La divina presenza,la suprema intelligenza,conscia che
l’umanità avrebbe meglio compreso identificandosi attraverso
archetipi,immagini e simboli la ispirò, così da trovare un modo universale per agevolare la connessione con l’aspetto “spirituale”.

Lo spirito non ha esperienza e l’umanità ha bisogno di avere fede,è necessario quindi,fare prima chiarezza e comprendere cos’e’ la fede per ciascuno.
la fede può essere identificata
in madre natura che in essa racchiude tanta grandezza e
saggezza,al punto da essere divina?
la fede in una forza,una capacità di generare il
divino in terra?
un dio,una dea?
una filosofia?
la fede in un movimento, in un leader?
la fede;quel sentimento profondo verso qualcosa o qualcuno,in cui credere ed a cui rivolgere le nostre preghiere, la speranza.
tutti i popoli,hanno una relazione con il divino,con simboli, con riti,abbiamo bisogno di
credere in qualcosa perchè proveniamo da una fonte divina,dalla conoscenza
eterna,dalla storia che le contiene tutte.
avvertiamo un richiamo, ciascuno lo percepisce a suo modo,a
sua immagine e somiglianza.
Siamo vivi,siamo in vita per togliere i “peccati”dal mondo e per guarire
le vecchie immagini,generarne di nuove,”attualizzarle”per così dire,in base al moto del mondo e delle coscienze,facendo
esperienza.
“Il divino”o ciò che meglio lo rappresenta,viene tradotto in un immagine (cosa che per altro,l’umano fu scoraggiato a fare dai sapienti) non ascoltò di conseguenza,è
con l’immagine che ci relazioniamo e sulla base di cosa proiettiamo su di essa,sviluppiamo a nostra immagine,la relazione con la fede.
questo immagginale è stato espresso e rappresentato dalle religioni, che nascono dopo la fede, questo sentimento infatti è insito nel l’uomo,le religioni portano archetipi e miti, sulla base dei quali insegnano ad avere coscienza,ma portano un immagine pronta di una fonte spirituale,con la quale tutti dovremmo sentirci ugualmente in connessione, piuttosto che stimolare una individuale coscienza per sentire la fede, quindi sarebbe auspicabile sentire,piuttosto che vedere e credere.
analizziamo il cristo per esempio, egli è una forma di coscienza,una forza illuminata,per sua radice appartenente al bene,coscienza cristica, un’immagine pro-bene, non unicamente archetipo di dolore,sofferenza e martirio. Eppure, viene rappresentato, esposto e mostrato,attraverso statue, quadri e riproduzioni,nelle quali ciò che riverbera ciò che impatta è la sofferenza,non tutti ci riconosciamo con questo. Pensate al cristo sorridente a braccia aperte di rio de janeiro, molti si riconoscono di più con quella rappresentazione.
Il peccato nel suo significato più esteso serve a dire,che peccato!quanto dispiacere.
per cosa?
perché ancora oggi si
soffre per imparare credendo che nobiliti.
Si soffre e si prega per esempio; ispirati dall’immagine di un giovane uomo morto,un figlio,che dopo pene e sofferenze,distrutto nel corpo fisico, rappresenta il“fare sacro”, il martirio.
Ottenendo così di rendere il bene,l’illuminato,il saggio,il sapiente ,l’uno che tutto
contiene,l’amore,la saggezza,l’essenza messa in esistenza,un martire che si offre per la salvezza, come atto d’amore.
Credete che questo fortissimo simbolo non abbia inciso culturalmente?
Nell’anima degl’esseri umani cosa è accaduto in conseguenza a questo tipo di archetipo?
È stato seminato il terreno,purtroppo,allora molto fertile,oggi meno ma comunque lo spazio non manca; dove far attecchire seminando l’immagine e poi far sbocciare la credenza,per
cui il bene finisce,con l’essere tradito,solo e martire,però per la salvezza di tutti, per amore.
Vi sembra vero che la salvezza sia da ottenere così?
Amore e martirio possono centrare davvero?
Vi sembra che l’essere umano nel corso della sua evoluzione, abbia chiaro il senso di bene, male, abbia vissuto l’’amore verso di se e gli altri suoi simili?
Vi sembra che sia uscito dal vittimismo?
Che abbia compreso in tutta coscienza di potere molto? grazie a tutto questo dolore, l’umanità è più cosciente?
Questa rappresentazione come altre,in altre religioni ,anziché essere l’atto d’amore supremo; visto come strumento di
Insegnamento,di invito alla cura ed alla tutela di se e del prossimo per evolvere e non ripetere l’errore della persecuzione e del martirio e non assistere piu’ al l’orrore; e’stato portato ad esempio,per come “dovrebbe” essere una creatura in terra secondo l’esempio religioso l’essere umano animato dal bene.
Dunque se animati dal bene,volendo esserne l’esempio quindi togliendosi dalla proiezione dell’immagine religiosa,cosa possiamo osservare,quale insegnamento trarne?
Il bene è superbo quando crede che tutto sia possibile amando,credulone ingenuo e disorganizzato, poco impara dagli errori, sarà solitario ed incapace di valutare lucidamente,perché il bene è tutto emotività e illusioni,quindi inefficace e inefficiente nel l’intuire chi-cosa e come,non fare anziché con chi-cosa e come, fare.
Iniziate a capire perchè sulla base di questo caos di concetti,il potere tende a sfuggire dalle
mani del bene?
Sulla base di queste errate credenze
Quali sarebbero le conseguenze se dovesse guidare il mondo essendo “così buono,troppo buono”?
Quale credibilità,quale autorevolezza ha il bene?
Anche se ciò che è buono non è fragile,lo si crede tale,perchè è fragile nella sua struttura e nella conoscenza di se, particolarmente nel modo in cui fa “propaganda”di se.
Avere fede è atto individuale,in connessione intima,dove lo sguardo di ciascuno può rivolgersi verso il cielo o la terra, in una chiesa o in una casa, dove la preghiera esiste come canto ed espressione dell’animo individuale per comunicare con l’universale.
Benedire dire bene, maledire dire male corrisponde al linguaggio che ciascuno professa giornalmente nel proprio mondo di fede.
Avere fede è la connessione che ciascuno ha nel sentire che è amato che seppur in una vita solitaria o difficile esiste un filo conduttore che mantiene aperto un legame di appartenenza e amore.
Queste riflessioni che propongo non sono e non vogliono essere antireligiose,vogliono offrire uno spunto per vedere oltre i simboli e le immagini, comprenderne l’impatto, per stimolare un processo intimo ed individuale per cui ciascuno incontri la propria fede, potendo rappresentarla con i propri simboli.
l’amore ed il bene
Spesso sono sotto-valutati ingenui o sopra-valutati superbi
contribuendo costantemente ad omettere il vero senso del bene,le autentiche qualità del
bene,togliendo potere al l’umanità.
Le immagini soggettive personali o altrui vanno nell’anima mundi e riverberano con ciascuno,rendendoci ciechi allo spazio vuoto,pieno di possibilità.
La fede non va imposta va trovata da soli,va fatta l’esperienza.
La credenza di non poter cambiare il mondo è abile manipolazione di ciò che è tetro, denso basso di vibrazione e vecchio,del suo potere organizzato, che ha bisogno di togliere fede all’infinitamente piccolo,impedendogli la guarigione.
Tutti siamo il mondo, essendo creatori di immagini.
Dobbiamo alzare le vibrazioni,sentire bene,immaginare
Bene,pensare bene,nutrirci bene, agire bene.
Togliendoci dalle immagini, distorte,che tolgono il potere
di creare nuove realtà individuali e collettive.
Smettendo di avere fede in esse.
Tutelarsi.
Noi siamo al mondo per questo,siamo fatti per amare ed amarci.
Il bene è l’anelito di molte anime,molte hanno fede e sono di più di quanto si possa immaginare.






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